Il campo di sterminio di Sobibor era situato presso il villaggio di Sobibor, nella parte orientale
del distretto di
Lublino in Polonia, vicino alla
linea ferroviaria
Chelm - Wlodawa. Il fiume Bug (lontano 5 km)
forma oggi il confine con l’Ucraina. Nel
1942 costituiva la frontiera
tra il
Generalgouvernement e il
Reichskommissariat Ukraine. La zona era paludosa e
oggigiorno è fittamente boscosa, così come lo era allora.
Sobibor fu il secondo campo di sterminio ad essere costruito nell’ambito dell’
Aktion Reinhard,
e venne realizzato sulla falsariga di
Belzec
(il primo campo dell’
Aktion Reinhard), seguendo gli insegnamenti che ne erano stati ricavati.
Alcuni giorni dopo una visita da parte di un piccolo velivolo che volteggiò sopra il villaggio,
un treno arrivò a Sobibor. Scesero due ufficiali delle SS, ingegneri delle costruzioni dell’
SS-Zentralbauleitung di
Zamosc.
Erano
Thomalla,
l’esperto di costruzioni per l’
Aktion Reinhard, e il sovrintendente
Moser. Camminarono attorno alla stazione, presero delle misure
e alla fine si inoltrarono nella foresta di fronte alla stazione.
Nel
Marzo 1942 fu costruito un nuovo binario a scartamento
ridotto, che finiva in prossimità di una rampa in cemento (ancora visibile nel
2004). La rampa si trovava di fronte all’edificio della stazione.
La recinzione del campo (con rami intrecciati) fu costruita in modo da assicurare che lo speciale
binario e la rampa fossero collocati dentro il campo, impedendo così che i passeggeri
alla stazione potessero vedere ciò che accadeva oltre la recinzione. I treni della
deportazione raggiungevano la rampa attraverso un cancello e sparivano dietro il “muro verde”.
Nell’area della stazione esistevano tre grandi edifici - la stazione, la casa della guardia forestale
e un ufficio postale a due piani.
Mentre i lavori di costruzione progredivano (con 80 Ebrei provenienti dai ghetti circostanti), il
luogo fu visitato da una commissione guidata dall’
SS-Hauptsturmführer
Naumann, capo dell’Ufficio Centrale per le Costruzioni delle
Waffen-SS e della Polizia di
Lublino.
Una volta completata la fase iniziale della costruzione, gli Ebrei furono fucilati.
Nell’
Aprile 1942 Franz Stangl,
SS-Obersturmführer, fu nominato comandante di Sobibor. Il suo primo compito fu
quello di accelerare i lavori.
Stangl visitò
Christian Wirth,
comandante di
Belzec,
per ottenere consigli ed esperienza. Dopo il suo ritorno, la costruzione del campo venne ulteriormente
accelerata. Nella
metà di Aprile 1942 il campo fu
pronto per ricevere il primo trasporto.
Il campo aveva la forma di un rettangolo di 400 x 600 m, circondato da una doppia recinzione di filo
spinato alta 3 metri, parzialmente intrecciata con rami di pino per impedire la visuale dall’esterno
(ad esempio dalla zona della stazione). Lungo la recinzione e agli angoli del campo erano
collocate delle torri di guardia in legno.
Ognuna delle quattro aree del campo venne singolarmente recintata: la zona di amministrazione
delle SS ("
Vorlager"), quella degli alloggi e delle officine per il commando di Ebrei (Campo I),
la zona di “ricezione” (Campo II) e il luogo per lo sterminio vero e proprio (Campo III).
Il
Vorlager includeva la rampa, con uno spazio per 20 vagoni ferroviari, così
come la zona di alloggiamento per il personale SS, sia Tedesco che Ucraino (guardie provenienti
da Trawniki / "Trawnikis"). Il
Vorlager comprendeva anche l’entrata principale. Sopra il
cancello d’entrata c’era un cartello in legno di circa 0,60 x 2,40 m, con la scritta
"
SS-Sonderkommando", dipinta in caratteri Gotici. Diversamente da
Belzec le SS vivevano dentro il campo.
Gli Ebrei dei trasporti in arrivo erano portati nella “zona di ricezione” (Campo II). Qui dovevano
passare attraverso varie procedure prima della loro morte nelle camere a gas: divisione secondo il
sesso, consegna delle proprie valigie, svestizione, taglio dei capelli per le donne, confisca degli
oggetti personali e dei preziosi. Nella loro strada verso le camere a gas le vittime, nude,
passavano vari edifici; alcune baracche di deposito, una seconda vecchia casa forestale, separata
da un’alta palizzata in legno (usata come uffici del campo e alloggiamento da alcune SS),
una piccola area agricola con scuderie per cavalli, bovini, maiali e oche, e a circa 450 m a sud
delle camere a gas, una piccola cappella Cattolica in legno all’ombra di alti pini. Un’alta torre
di osservazione dominava l’intera zona.
L’isolata zona di sterminio (Campo III) era collocata nella parte nord - ovest del campo. Comprendeva
le camere a gas, le fosse di seppellimento e gli alloggi per i prigionieri Ebrei che vi lavoravano.
Un passaggio, largo 3 - 4 m e lungo 150 m (il "Tubo"), conduceva dalla zona di ricezione a quella
di sterminio. Su entrambi i lati il passaggio era recintato con filo spinato, intrecciato con rami di pino.
Attraverso di esso le vittime nude erano avviate verso le camere a gas. La baracca dei barbieri,
dove i capelli delle donne venivano tagliati per essere successivamente utilizzati in Germania, era
a metà strada lungo il Tubo.
Le tre
camere a gas erano collocate dentro un edificio in
mattoni. Ogni camera era di forma quadrata (4 x 4 m) e aveva una capacità di 160 - 180 persone.
In ognuna si entrava attraverso una piccola porta, cui si accedeva da una veranda che correva lungo
l’edificio. Dopo il gassaggio i corpi erano rimossi attraverso una porta ribaltabile di 2 x 2 m, posta di
fronte all’entrata, e collocata su una seconda veranda. Al di fuori era annesso un edificio, nel quale un
motore produceva il gas mortale contenente monossido di carbonio. Il gas affluiva nelle camere
attraverso dei tubi.
Le fosse per seppellire i cadaveri erano lunghe 50 - 60 m, larghe 10 - 15 m , e profonde 5 - 7 m. Le
pareti sabbiose erano scavate obliquamente allo scopo di facilitare la sepoltura dei corpi. Un binario
a scartamento ridotto con carrelli ribaltabili conduceva dalla stazione alle fosse, aggirando le camere a gas.
Mentre le installazioni basilari per lo sterminio degli Ebrei venivano preparate, si venne definendo
anche l’organizzazione delle SS e degli Ucraini.
Stangl,
un Austriaco con esperienza nel programma di eutanasia, ebbe come vice un’altra SS con un passato
nell’operazione eutanasia:
Hermann Michel,
che fu rimpiazzato alcuni mesi più tardi dall’
SS-Oberscharführer
Gustav Wagner. Il Campo I, dove i prigionieri Ebrei lavoravano,
e il Campo III avevano i loro comandanti, subordinati a
Stangl.
Il comandante del Campo I era l’
SS-Oberscharführer
Weiss, che venne sostituito
da
Karl Frenzel,
SS-Oberscharführer, che in precedenza sovrintendeva ai prigionieri Ebrei nel
Campo II. L’
SS-Oberscharführer Kurt Bolender
fu comandante del Campo III dall’
Aprile 1942 fino all’ Autunno 1942.
In seguito fu rimpiazzato da
Erich Bauer,
SS-Oberscharführer.
Alfred Ittner fu incaricato
dell’amministrazione del campo, e più tardi trasferito al Campo III.
Le guardie ucraine di Sobibor provenivano dal campo di addestramento per SS di
Trawniki, dove furono preparate dall’
SS-Scharführer
Erich Lachmann, il quale fu a capo di questi "Trawnikis" dall’
Agosto 1942. Nell’
autunno 1942
fu sostituito da
Bolender. I Trawnikis erano inquadrati in tre
plotoni, condotti da Ucraini che già avevano servito nella polizia tedesca e possedevano
il grado necessario per tale funzione.
Nella
metà di Aprile 1942, quando il campo era
quasi completato, ebbe luogo una gassazione sperimentale. Circa 250 Ebrei provenienti dal
campo di lavoro forzato di
Krychow furono appositamente condotti a Sobibor.
Wirth
arrivò per assistere a questa gassazione, accompagnato dal chimico Dr.
Blaurock.
Dopo che le uccisioni sperimentali furono portate a termine, lo sterminio di massa iniziò
nei primi giorni di
Maggio 1942.
I
treni della deportazione, consistenti
anche di 60 vagoni, si fermavano nella stazione di Sobibor. Successivamente una locomotiva
spingeva 18 - 20 carri merci nel campo, attraverso il cancello. Quando questi erano stati scaricati, il
gruppo successivo di vagoni veniva agganciato e spinto nel campo. La scorta e i ferrovieri dovevano
rimanere all’esterno della recinzione. Solo ad una squadra specializzata di dipendenti di fiducia della
Reichsbahn era permesso di entrare nel campo. Una volta dentro, il treno si fermava lungo
la rampa a i vagoni venivano aperti dalle guardie ucraine. A quelli che ancora erano vivi veniva ordinato
di scendere dai vagoni, bui e maleodoranti. Le SS li conducevano alla "Zona di Ricezione"
nel Campo II. L’
orchestra del campo suonava
durante questa procedura.
Bolender raccontò come avveniva il processo di sterminio:
"
Prima che gli Ebrei si spogliassero, l’ Oberscharführer
Hermann Michel faceva loro un discorso. In questa occasione,
era solito indossare un camice bianco, per dare l’impressione di essere un medico.
Michel annunciava agli Ebrei che sarebbero stati mandati a
lavorare. Ma prima di questo avrebbero dovuto fare una doccia e sottoporsi ad una disinfezione,
al fine di prevenire il diffondersi di malattie.
Dopo la svestizione, gli Ebrei erano condotti nel "Tubo" da una SS che apriva la strada, con cinque
o sei Ucraini che in fondo alla colonna spingevano gli Ebrei.
Dopo che gli Ebrei erano entrati nelle camere a gas, gli Ucraini chiudevano le porte. Il
motore veniva acceso da un
Ucraino, Emil Kostenko,
e dall’autista tedesco Erich Bauer di
Berlino. Dopo la gassazione le porte erano aperte e i
corpi rimossi da un gruppo di lavoratori Ebrei."
Alle persone anziane, agli ammalati e agli invalidi veniva detto che avrebbero ricevuto cure mediche.
Venivano messi su dei carretti (più tardi furono usati dei carrelli ribaltabili) che erano
spinti da uomini o tirati da cavalli direttamente alle fosse del Campo III, dove coloro che
erano stati trasportati venivano fucilati.
Dopo le prime settimane in cui la svestizione avveniva all’aperto nella piazza del Campo II, venne costruita
una baracca di svestizione. Dentro questa baracca vi erano cartelli indicanti “Alla Cassa” o “Al Bagno”.
Gli Ebrei consegnavano i loro soldi e i preziosi attraverso la finestra della stanza del cassiere. Il cassiere
era
Alfred Ittner,
che era il contabile del campo. Più tardi fu sostituito da
Herbert Floss,
SS-Scharführer.
Un numero limitato di lavoratori qualificati veniva selezionato dai trasporti, e fra questi carpentieri,
sarti, calzolai, e alcune dozzine di giovani robusti, uomini e donne. Era loro compito effettuare
i lavori fisici e manuali.
Ogni giorno alcuni di loro erano fucilati o inviati alle camere a gas. I loro ranghi venivano riempiti con
persone selezionate da nuovi trasporti. Alcuni deportati furono scelti per il Campo III, dove dovevano
rimuovere i cadaveri degli Ebrei gassati e seppellirli. Altri furono selezionati per raccogliere e smistare
i beni delle vittime,
che furono inviati in Germania.
I 200 - 300 prigionieri Ebrei che furono mantenuti nel Campo III non avevano contatti con quelli nelle
altre parti del campo. Il loro cibo era cucinato nel Campo I e portato da prigionieri Ebrei al
cancello del Campo III.
Durante la prima fase delle operazioni di uccisione, dal
5 Maggio
(un trasporto proveniente da
Opole) fino alla
fine di Luglio 1942, almeno 90.000 - 100.000 Ebrei morirono
a Sobibor. I trasporti provenivano principalmente dai ghetti o dai campi di transito del distretto di
Lublino (almeno 57.000), dalla Repubblica Ceca e
dalla Slovacchia (6.000) così come da Germania e Austria (10.000).
Alla fine di
Luglio 1942 le deportazioni verso Sobibor cessarono,
a causa di lavori di ricostruzione lungo la linea ferroviaria
Lublino - Chelm.
Durante i successivi due mesi arrivarono solo alcuni più piccoli trasporti, provenienti
da qualche ghetto della zona.
Poiché la capacità di sterminio (600 persone per gassazione) non poteva far fronte
all’incremento del numero dei trasporti, durante questo periodo le vecchie camere a gas furono
rimpiazzate da un edificio più grande. I lavori di costruzione furono supervisionati dall’
SS Unterscharführer Erwin Lambert e dall’
SS-Scharführer Lorenz Hackenholt.
Essi furono i responsabili coinvolti nella costruzione di tutte le camere a gas dell’
Aktion Reinhard e del programma nazista di eutanasia ("
Aktion T4").
Il nuovo edificio aveva sei camere a gas, tre su ciascuno dei due lati del corridoio che correva al
centro della struttura. In questo modo 1.300 persone potevano essere gassate contemporaneamente.
Dopo che i lavori di costruzione sulla linea ferroviaria
Lublino - Chelm
furono completati, tra l’
Ottobre 1942 e il Giugno 1943
arrivarono trasporti dal
Generalgouvernement (145.000 - 155.000) e dalla Slovacchia (25.000).
All’inizio del
Febbraio 1943 il
Reichsführer-SS
Heinrich Himmler visitò il campo. Era pulito e sembrava
quasi inattivo. Fu perciò probabile che
Himmler
ordinò che da quel momento in avanti i trasporti dai Paesi Bassi fossero inviati a Sobibor,
così come negli altri campi di sterminio.
Himmler osservò anche una speciale dimostrazione
di gassaggio, in cui alcune centinaia di ragazze Ebree provenienti dai campi di lavoro
della zona persero la vita.
Nel
Marzo 1943, con quattro
trasporti dalla Francia
furono deportate 4.000 persone. Tutte furono uccise.
19 trasporti arrivarono
dai Paesi Bassi tra
Marzo e Luglio 1943, portando 34.313 Ebrei in vagoni passeggeri
(il numero esatto potrebbe non essere mai confermato, ma molte fonti affermano che ci furono
19 trasporti, 34.313 Ebrei deportati e meno di 20 sopravvissuti). Furono accolti dalle SS con un
cordiale benvenuto, allo scopo di calmare ogni turbamento nell’interesse dei deportati. Ovviamente
alla fine gli Ebrei olandesi andarono incontro al loro destino nelle camere a gas. Se questa gente
non fosse stata convinta di venire trasportata verso un campo di lavoro in qualche parte dell’Est,
è immaginabile che avrebbe cercato di scappare dal treno mentre era in viaggio.
Il
5 Luglio 1943 Himmler
ordinò l’allestimento di un’area di deposito di munizioni (Campo IV). Furono costruiti
bunkers e delle mine vennero piazzate attorno al campo.
Gli ultimi trasporti arrivarono dai ghetti di
Vilna, Minsk e
Lida: 14.000 Ebrei giunsero nella seconda metà del
Settembre 1943.
Tentativi di fuga e di resistenza si ebbero durante tutta l’esistenza del campo. Il
20 Luglio 1943, il "Commando Forestale" ("
Waldkommando" / taglio di
alberi, raccolta di legna da ardere e rami per il cammuffamento della recinzione) si rivoltò.
Otto prigionieri riuscirono a fuggire, tutti gli altri furono fucilati.
Nel
Luglio / Agosto 1943 tra i prigionieri Ebrei venne formato un gruppo
clandestino, sotto il commando di
Leon Feldhendler,
che era stato presidente dello
Judenrat del ghetto di
Zolkiew.
Con uno degli ultimi trasporti da
Minsk, Ebrei membri dell’Armata
Rossa furono deportati nel campo. Uno di questi era Lt.
Aleksander (Sascha) Pechersky. Divenne il comandante del movimento
clandestino, con
Feldhendler come suo vice.
La rivolta fu programmata per il
13 Ottobre 1943,
ma un inatteso arrivo di truppe SS dal campo di lavoro di
Ossowa causò un ritardo di 24 ore.
Il
14 Ottobre 1943 Reichleitner, Wagner e
Gomerski erano in
licenza. L’assenza di
Wagner e
Gomerski, due delle più crudeli SS di Sobibor, indebolì
seriamente la guarnigione a presidio del campo.
Circa alle 4 del pomeriggio il vice comandante
Johann Niemann
visitò il laboratorio di sartoria, per provare una nuova uniforme. Venne ucciso da
Yehuda Lerner con un colpo d’ascia. La rivolta
aveva avuto inizio - non c’era possibilità di far marcia indietro.
Dieci Tedeschi, due
Volksdeutsche e otto guardie ucraine furono uccisi; l’
SS-Oberscharführer Werner Dubois venne seriamente ferito.
Il
15 Ottobre 1943, l’
SSPF Lublin informò con un
messaggio radio il vicino
SSPF di
Luzk,
SS Brigadeführer
Wilhelm Günther:
circa 700 Ebrei erano fuggiti dal campo di Sobibor e stavano scappando nella direzione di
Günther. Le contromisure dovevano essere prese.
Per la verità a quel tempo a Sobibor vi erano 700 Ebrei, ma non tutti fuggirono
(fonte: S. Tyas), così deve essere considerato un più piccolo numero di fuggitivi
(approssimativamente 300). La maggior parte di questi perse la vita nella
caccia che ne seguì, organizzata
dalle SS e da unità di polizia.
A seguito della rivolta di
Treblinka nell’
Agosto 1943, e dello smantellamento delle sue strutture, gli ultimi
prigionieri del campo e le SS vennero spediti da Treblinka a Sobibor il
20 Ottobre 1943.
Il
23 Novembre 1943 Wagner
annunciò l’esecuzione degli ultimi trenta Ebrei rimanenti. Le SS
Jührs, Sporleder e
Zierke,
assistiti dai Trawnikis (fra loro
Bodessa
e
Kaiser),
fecero lavorare questi Ebrei il doppio, obbligandoli a lavori pesanti e senza senso. Gli Ebrei furono
poi giustiziati in gruppi di cinque, con una pallottola alla nuca.
Sulla scia della rivolta i Tedeschi decisero di liquidare Sobibor. Il Campo III, la zona dello sterminio,
fu immediatamente distrutta. Le altre strutture, specialmente quelle vicine alla rampa, furono utilizzate
fino al
Luglio 1944 come campo per il
Baudienst
tedesco (Servizio di Costruzione). Secondo un testimone di
Wlodawa, che vi lavorava come membro del
Baudienst,
le camere a gas non vennero distrutte nel corso dello smantellamento del Campo III, ma più tardi.
Nell’
estate del 1944, la regione di Sobibor fu liberata dall’Armata Rossa
e dalle forze polacche. Alla fine della guerra, circa cinquanta Ebrei ex internati del campo erano ancora vivi.
Molti si erano nascosti o avevano raggiunto i partigiani.
Poiché Sobibor non fu più usato come campo di sterminio, la maggior parte delle
baracche non vennero distrutte dalle SS, ma piuttosto nel periodo post-bellico. La rampa fu utilizzata
fino al 1947 per assembrare trasporti Ucraini;
tra il 1945 e il 1947
la popolazione ucraina della parte orientale del distretto di
Lublino
fu risistemata in Ucraina o nella Polonia occidentale. Mentre questi Ucraini aspettavano i treni (talvolta
anche per una settimana), avendo bisogno di legna come combustibile o per riscaldarsi, demolirono
i resti delle baracche.
La grande torre di osservazione non fu distrutta, in quanto fu richiesta dalla guardia forestale per
controllare i boschi (prevenzione degli incendi). Anche la casa del comandante ("Nido della rondine")
non venne abbattuta, in quanto originariamente appartenente all’amministrazione forestale; semplicemente
i Nazisti la restituirono. Inoltre l’edificio non fu strettamente legato al processo di uccisione; così
i Tedeschi si convinsero che non fosse necessario demolirla.
La rampa fu utilizzata fino al
1960. Il traffico ferroviario cessò nel
1999. La stazione di Sobibor funzionò fino ad allora.
Tra 150.000 e 250.000 Ebrei persero la vita a Sobibor.
Nei processi del dopoguerra, il
Gasmeister Erich Bauer
fu condannato a morte, ma la sentenza fu commutata in ergastolo. Anche
Hubert Gomerski fu condannato alla prigione a vita. Il principale processo
di Sobibor fu celebrato a
Hagen nel
1965/66.
I maggiori imputati furono
Karl Frenzel (ergastolo),
Kurt Bolender, Werner Dubois (3 anni di prigione),
Erich Fuchs (4 anni)
e
Franz Wolf (8 anni).
Bolender si suicidò nella sua cella di detenzione.
Gustav Wagner fuggì in Brasile e
si suicidò nel
1980.
Nel
1961 venne costruito un primo memoriale. Oggi, sul luogo del
campo di sterminio, si trovano un impressionante monumento commemorativo e un museo ben gestito.
Sobibor - Ritrovamenti
Mappa "Treni della deportazione": Sir Martin Gilbert
Fonti:
Encyclopaedia of The Holocaust
Arad.
Belzec, Sobibor and Treblinka
Stanislaw Smajzner.
Hell in Sobibor
© ARC 2006